Purtroppo i casi di assenteismo sul posto di lavoro occupano spesso le pagine di cronaca e sono un fenomeno di malcostume che l'opinione pubblica addita tra i più fastidiosi, soprattutto in un periodo storico caratterizzato da una crisi economica come quello che stiamo vivendo. Da parte dei datori di lavoro, quindi, si avverte un'esigenza sempre più forte di installare meccanismi di monitoraggio degli accessi in modo da avere una panoramica il più possibile veritiera di presenze e assenze dei dipendenti. Un esempio classico di controllo degli accessi è rappresentato dai tornelli, ma sempre più spesso, anche allo scopo di garantire la sicurezza all'interno dei locali aziendali, si fa ricorso alle telecamere di videosorveglianza. Prestando massima attenzione, naturalmente, ai vincoli e ai limiti imposti dalla legge in materia.
Installare un sistema di videosorveglianza in un posto di lavoro, infatti, richiede da parte dell'azienda interessata l'assolvimento di una serie di atti formali preliminari e in corso d'opera. Innanzitutto bisogna agire in accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, informare i lavoratori interessati e posizionare dei cartelli che mettono al corrente della presenza delle telecamere anche eventuali visitatori o clienti. Le telecamere installate nei locali più a rischio, inoltre, non possono riprendere i lavoratori in modo fisso, ma devono coprire l'intera area. Tra gli altri limiti imposti dalle normative in materia ci sono quelli riguardanti la durata della conservazione delle immagini acquisite (che non può mai superare le 48 ore salvo casi eccezionali previsti dalla legge) e l'accesso alle immagini che può essere consentito solo al personale autorizzato e preventivamente formato sulla materia. Naturalmente le telecamere non possono essere installate in qualsiasi locale dell'azienda: è vietato il loro utilizzo, ad esempio, nei bagni, negli spogliatoi e in ambienti simili.
In seguito all'introduzione del Jobs Act il regime normativo della videosorveglianza sui posti di posti di lavoro è rimasto pressoché invariato. Le uniche novità sostanziali riguardano l'obiettivo dell'installazione delle telecamere. Oltre alla salvaguardia delle esigenze di produzione e di sicurezza sul lavoro, le nuove disposizioni di legge hanno introdotto il criterio della tutela del patrimonio aziendale. L'esempio più classico per comprendere i termini di questa nuova fattispecie giuridica è quello del registratore di cassa: la videosorveglianza in questo caso ha il compito di garantire sia l'incolumità del dipendente contro eventuali tentativi di rapina, sia il patrimonio aziendale che nel caso specifico è rappresentato dall'incasso.
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